Giusto Catania, A LEZIONE DI ANTIRAZZISMO. Elogio della scuola indisciplinata interculturale e di frontiera
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La scuola è il più importante baluardo contro il razzismo, ma deve scegliere di investire la sua esistenza in questa sfida. Vent’anni fa, la prima circolare ministeriale sulla pedagogia interculturale sembrava poter cambiare il corso della scuola italiana. Se tale elaborazione fosse stata condivisa da insegnanti e dirigenti e, soprattutto, se fosse stata riconosciuta come una priorità politica, oggi avremmo intere generazioni formate sui valori dell’antirazzismo, della lotta alla xenofobia, dell’intercultura. Tutto questo non è successo perché, contemporaneamente, è cominciata una nuova era: il berlusconismo, propugnatore della competitività economica e di una visione etnocentrica della società, ha cambiato lo Zeitgeist del Paese. In questa trasformazione dell’Italia si è affermato il nuovo immaginario delle destre, che ha agitato il razzismo, costruito il mito dell’identità statica, della cultura incorruttibile, della società fortezza.
Occorre investire sulla scuola per costruire una società interculturale, ma per farlo è necessario rompere la cristallizzazione delle discipline scolastiche che, invece di aspirare a formare teste ben fatte, si limitano semplicemente a riempirle di nozioni. Nell’epoca in cui televisione, internet e vita quotidiana svolgono una fondamentale funzione educativa, solo una scuola indisciplinata, che costruisce cittadinanza e parla di politica in classe, può avere ancora un senso.
Giusto Catania, nato a Palermo nel 1971. È dirigente scolastico di un istituto comprensivo e dottore di ricerca in Pedagogia e Didattica interculturale. Ha ricoperto numerosi incarichi politici ed istituzionali, tra il 2004 e il 2009 è stato deputato di Rifondazione comunista al Parlamento europeo, attualmente è assessore alla Partecipazione e Migrazione al Comune di Palermo. Nel 2009, per duepunti edizioni, ha pubblicato il saggio Mondo Bastardo. Globalizzati e meticci, quale futuro stiamo costruendo?, vincitore, nel 2010, del premio Francesco Alziator – città di Cagliari.